mercoledì 24 ottobre 2012

Journey - Escape

Quando per la prima volta sentii nominare i joureny non lo ricordo esattamente. Probabilmente erano i tempi degli ultimi anni delle superiori, quando passavo i pomeriggi a leggere recensioni ed ascoltare dischi.
Non avevo mai sentito il termine AOR fino a leggere una recensione di questi fantomatici Brother Firetribe (di cui ci sarà modo di approfindire in qualche altro post), fatto sta che ascoltando l'album mi resi conto che quello che mi piaceva, oltre alla capacità dei vari membri, era proprio come suonava il disco, lo stile, il genere.
Prontamente cercai nozioni su questo AOR e trovai ovunque questo nome "Journey", nome di una band mai sentita prima (ed oggi mi domando come sia possibile che siano pochi, in Italia, a conoscere questa band) ma che stando a quanto scritto erano molto famosi ed avevano venduto milioni di coppie in tutto il mondo. Indiscutibilmente per "internet" il loro capolavoro era stato scritto, prodotto e rilasciato nel 1981 e titolava "Escape".
Sono 10 tracce, 10 perle delle storia del rock melodico. La traccia che apre è un capolavoro indiscutibile: don't stop believin', una canzone che tutti dovremmo conoscere fosse anche solo per il suo intro di tastiera.
Poi l'album procede, ma il livello non cala quasi mai, tra le ballad da sottolineare le splendide Who is crying now e open arms, due pezzi che fanno storia.
Ma i Journey non eccellono solo nella composizione di lenti ballate ma ci propongono veri e propri capolavori del rock la graffiante Keep on runnin', la giocosa stone in love e la stessa titletrack, escape, non è da meno.
Un album che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta, un pezzo più bello dell'altro, fantasia compositiva a livelli stratosferici, assoli graffianti e melodie di tastiera che non stonano mai, anzi, fanno brillare ancora di più questo gioiello.

Musica 10/10
Produzione 10/10
Voto complessivo 10/10


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